Una breve sintesi dei dati principali:
- Il tasso di partecipazione alla formazione per la fascia 25-64 anni ha raggiunto l’11,6% nel 2023, segnando un record positivo. Tuttavia, restano forti disuguaglianze per età, genere, livello di istruzione e territorio (con il Mezzogiorno molto svantaggiato). Le micro e piccole imprese mostrano scarsa cultura formativa e mancano strumenti pubblici capillari.
- Le imprese sono protagoniste cruciali nella promozione della formazione continua. Gli strumenti più usati includono micro-learning, formazione in presenza e a distanza, mentre si diffonde l’uso delle Corporate Academy (CA) e delle Academy di filiera che vedono il coinvolgimento diretto delle imprese insieme a ITS, università, centri di ricerca e attori territoriali.
- La digitalizzazione è un motore centrale della formazione continua. Solo il 45,9% degli italiani possiede competenze digitali di base, contro una media UE del 55%. Le imprese usano in modo crescente micro-learning e contenuti formativi brevi digitali, con una diffusione maggiore nelle aziende sopra i 250 dipendenti. Il PNRR destina 82 miliardi al Sud, anche per colmare i divari formativi e infrastrutturali, eppure le imprese del Mezzogiorno partecipano ancora poco a iniziative formative, ostacolate da costi e scarsa cultura della formazione.
- Il Fondo Nuove Competenze è centrale nella strategia nazionale: oltre 558.000 lavoratori coinvolti, 11.000 istanze chiuse, per 950 milioni di euro. L’80% delle iniziative ha riguardato competenze digitali, il restante 20% l’ambito green.
- I Fondi Interprofessionali gestiscono oltre 1 miliardo di euro annui. Nel 2023 hanno coinvolto quasi 2 milioni di lavoratori e più di 50.000 imprese, anche tramite microimprese. Tuttavia, permangono limiti di accesso per le aziende più piccole. Le finalità prevalenti dei piani finanziati riguardano: aggiornamento delle competenze (44,7%), competitività e innovazione (25,6%), salvaguardia dei posti di lavoro. Si auspicano sinergie più strutturate con i Fondi di solidarietà, oggi limitati alle politiche passive.